Reduci e radici (Annarummeide)

Ancora una volta c’ero... c’ero davvero dal primo istante all’ultimo sulla scena della morte del povero Antonio Annarumma... non ricordavo con chi c’ero andato davanti al Lirico quella mattina... ho scoperto che esiste un film... proiettato di recente allo Spazio Oberdan... in un fotogramma ci sono io ancora sbarbato con il mio amico Cesare... inseparabile amico e compagno... anche se credo che questa qualifica oggi lo faccia perlomeno inorridire... c’eravamo per distribuire volantini e giornali di una compagine troschista che oggi a pensarci la pelle la fa capponare a me dalla vergogna tanto era una chiesupola sgangherata e inconcludente... solo segnali di fumo... tanto fumo... madonna quanto fumo... e pensare che Trotskij è un personaggio affascinante... Leggendo i reportage puntualissimi di Pansa sulla Stampa ho scoperto che un volantino l’ho messo in mano anche a lui... e dopo... appena dopo... tutto è deflagrato... ero all’angolo di via Rastrelli quando un gippone ha quasi investito sulle strisce un pensionato... ricordo i pugni di un sindacalista giovane vestito da ragioniere di banca che tamburava il cofano urlando qualcosa come Ma che ci fate qua... è manifestazione pacifica... via... andate via... e la gente che s’andava infollando a incorare Piesseesseesse... poi gli squilli di tromba... poi la carica poi i caroselli... poi il lancio di ogni cosa dal cantiere edile contiguo al Lirico... ogni cosa... mattoni giunti assi e soprattutto i tubi innocenti per le impalcature... ne rivedo uno sfiorare il parabrezza di una jeep in corsa... ho pensato Madonna pochi centimetri e trapassava l’abitacolo... qui oggi ci scappa il morto... già... Annarumma ne ha fatte le spese di quell’idiozia di gestione dell’ordine che ha scatenato il disordine... ma sapere come realmente Annarumma è morto ancora oggi la nebbia la fa da padrona... davvero un tubo? una spranga? o una spranga che innesca la perdita di controllo del mezzo che ti va a sbattere contro un altro?... Annarumma già morto prima dello scontro o nello scontro?... Il protagonista del romanzo... suo malgrado detective per sopravvivere... vorrebbe tanto rispondere... I dettagli controversi si trovano nelle cronache d’epoca e nei reportage fotografici... la verità la si ritroverebbe nelle testimonianze dei tre commilitoni che stavano con Antonio sul gippone... chi li ha mai interrogati anni dopo?... chi ha mai chiesto loro di quale bocca o mano fosse la loro dichiarazione unanime fotocopiata alla virgola rilasciata a caldo dito puntato sui facinorosi studenti?... Una particolarità... il romanzo è un retroreportage necessariamente illustrato... sfogliare per credere – non sono un fan dei mobilieri ma è uno slogan ritmicamente efficace–... una pregustazione di questa mia galoppante iconomania... anche se all’osso... solo il dorso di una carta... c’è già in Exapatao...